Nel
1840, Maillard de Chambure, conservatore degli Archivi di Borgogna,
pubblicava a Parigi il ponderoso volume “Règle
et Statuts secrets des Templiers”,
nel quale vengono esaminati i manoscritti di Parigi, di Digione e di
Roma. L'apprezzabile lavoro, primo nel suo genere, in cui figura
anche il testo completo della “Regola Latina”, rimane però
gravemente inficiato dalla trattazione della cosiddetta
“Continuazione moderna dell'Ordine del Tempio”, rassegna delle
pagliacciate palapratiane
di inizio '800, costruite su quel fraudolento e pacchiano documento
conosciuto come “Carta
di Larmenius”.
Dopo
circa mezzo secolo, sarà Henri de Curzon a collocare una delle
pietre miliari della storiografia templare con “La Règle du
Temple”, studio sistematico che vede la luce nel 1886 e che resta,
ancora oggi, uno dei testi di riferimento sulle normative
dell'Ordine.
Recentemente, grazie a storici francesi come Laurent Dailliez (“Règle
e Statuts de l'Ordre du Temple”)
o anglo-sassoni come Judi Upton-Ward (“The
Rule of the Templars” e
“The Catalan Rule of the Templars”),
abbiamo la possibilità di leggere traduzioni più moderne.
Sul
versante italiano, un valido manuale per tutti gli appassionati è
sempre “I
Templari. La Regola e gli Statuti dell'Ordine”,
a cura di Jose Vincenzo Molle, basato anch'esso sulla traduzione del
testo di Curzon, ma il volume che ad oggi appare, a nostro avviso,
insuperabile nell'intero panorama storiografico templare è, senza
alcun dubbio, il monumentale “Corpus
normativo templare”,
edizione dei testi romanzi con traduzione e commento in italiano a
cura del prof. Giovanni Amatuccio.
Per
concludere, segnaliamo “La
Regola Primitiva dell'Ordine del Tempio”,
agile manualetto di Paolo Galiano, con un interessante confronto
tra l'originale latino e la traduzione francese.