di Giampiero Bagni
Pietro
nacque nel 1263 a Bologna, come Roda, famiglia di origine lombarda ma già da
tempo presente a Bologna dal secolo precedente, in una buona posizione sociale.
Divenne
templare nel 1282, nella magione bolognese, ammesso all’Ordine da Guglielmo de
Novis, precettore di Lombardia, alla presenza di Pietro da Modena (da Monte Cucco?)
e di Giacomo da Bologna, allora precettori delle due città emiliane.
Studiò
diritto a Bologna, nel momento in cui nella città emiliana erano presenti anche
Rinaldo da Concorezzo, futuro arcivescovo di Ravenna e legato papale a Parigi, Dante
Alighieri e Bertrand De Got, il futuro papa Clemente V.
Nel
1286 risulta citato già come presbitero e cappellano bolognese, presente all’ammissione
di un altro frate templare a Venezia.
Nel
1298 è inviato da papa Bonifacio VIII, già nella sua veste di procuratore generale
dell’Ordine presso la Curia Romana, al monastero di San Miniato a Firenze, per
redimere una controversia.
Nel
1303 sovrintende alla fusione della campana per la magione bolognese.
Viene
poi interrogato a Parigi il 7 novembre del 1307 nell’ambito del processo ai
Templari; nel 1309 è testimoniato a Bologna, tra i fratelli templari ivi
residenti, nella gestione delle varie proprietà che passano
dall'amministrazione inquisitoriale a quella dell’arcivescovo di Ravenna,
Rinaldo da Concorezzo.
E’
quindi testimoniato a Parigi nella primavera del 1310, a capo del collegio di
difesa dell’Ordine al processo davanti alla delegazione pontificia. Sparisce il
18 maggio del 1310 ed è testimoniato successivamente a Bologna e poi a Ravenna,
nel locale processo all’Ordine sotto la supervisione del vescovo Rinaldo da
Concorezzo, in cui risulta giudicato innocente.
Nel
1315 entra nell’Ordine di S. Giovanni, a Bologna, in cui rimarrà fino alla sua
morte, mantenendo la sua funzione di sacerdote.
Muore
nel 1329 e viene sepolto nella chiesa di Santa Maria del Tempio a Bologna,
lungo Strada Maggiore. Nella lapide è rappresentato in abiti liturgici. La sua
tomba è rispettata per secoli e notata al centro della chiesa di S. Maria del
Tempio da vari storici locali tra il ‘600 e il ‘700, che ce ne lasciano
testimonianza. Il Commendatore dei Cavalieri di Malta, Cesare Lambertini,
all’atto di far rifondere la campana di S. Maria del Tempio, nel 1779, ricorda
nell’iscrizione l’illustre primo fautore dell’oggetto, per sottolineare la
continuità liturgica.
La
lapide rimase in loco fino alla soppressione napoleonica dell’Ordine di Malta e
alla sconsacrazione della chiesa stessa, dopodichè se ne perdono le tracce.
Fino ad ora.