Nonostante la
palese assenza di legami tra i due organismi, la prima istituzione ad
interessarsi assiduamente dei Templari fu la Massoneria. Non a caso, il
"templarismo" ha costituito, per lungo tempo, uno dei fenomeni di
maggior richiamo scaturiti da questa società iniziatica.
Curiosando tra
le centinaia di associazioni neo-templari esistenti, oltre a rendersi conto della
loro proliferazione, è possibile osservare come le stesse non abbiano alcun
elemento in comune con i Templari storici.
Tutte queste
aggregazioni, prodotto di numerose e frequenti scissioni, assumono quasi sempre,
ed in maniera del tutto illegittima, il titolo di "ordine", non
considerando, o meglio ignorando, i requisiti necessari per ottenere tale status. Ma al di là dei cavilli
giuridici, attinenti al Diritto Canonico, appare invece indispensabile rimarcare
le sostanziali differenze esistenti tra i Templari medievali e i loro odierni
scimmiottatori.
La stragrande
maggioranza di questi pseudo-ordini propugna, infatti, un certo ecumenismo
religioso, associato ad una decisa parità di ruoli tra uomo e donna,
aggiungendo, tra le proprie finalità, attività filantropiche non per nulla
tipiche di organizzazioni paramassoniche più famose. Il tutto, naturalmente, condito
da indebiti riferimenti a tematiche esoteriche, spesso debordanti nell'assurdo.
L'Ordine
del Tempio fu, al contrario, caratterizzato da tradizionali e solidi principii:
fede assoluta nella religione cristiano-cattolica; fedeltà e sottomissione incondizionata
al papa; obbligo alla difesa armata della Cristianità mediante la guerra ai
nemici di Cristo; osservanza delle regole di condotta stabilite e formalmente
approvate dall'autorità religiosa; esercizio di vita conventuale secondo il
proprio ordinamento monastico e militare.
E' semplice
constatare come, di tutto ciò, non vi sia alcuna traccia all'interno di tali congreghe,
i cui esponenti continuano a farneticare di "utopia templare", di
"promozione umana", di disegni "socio-politici" ed altre
sciocchezze del genere. D'altronde, sia le simbologie che i rituali adoperati sono
anch'essi indizio della confusione e dell'impreparazione di questi personaggi.
A parte la nota
"spada templare", mai esistita nelle mani dei valorosi cavalieri di
Terra Santa, quel che risulta, invece, evidente, è l'uso smodato di fasce,
borchie, lustrini e decorazioni varie, in aperto ed eclatante conflitto con quegli
orpelli già condannati da San Bernardo, il cui pensiero i templaristi dimostrano
di ignorare, malgrado le lodi profuse nei riguardi del santo abate. Per non
parlare dei guanti bianchi e della mano portata sul petto, dettagli di incontestabile
derivazione massonica.
Quanto ai
titoli, non c'è che da sbizzarrirsi: "Gran Questo", "Gran Quello",
ignorando che il templare, una volta accolto nell'Ordine, diveniva un semplice
fratello, rinunciando alla propria posizione e a tutte le prerogative passate.
Ma è chiaro che questi pseudo-templari non conoscono nemmeno la lettera inviata
da San Bernardo a Ugo di Champagne, quando il conte decise di farsi cavaliere
del Tempio.
Beninteso, con
questo non si vuole assolutamente impedire a chiunque di sognare. Si chiede
soltanto di avere almeno il buon gusto, se non proprio la buona creanza, di
tacere, quando ci si trova al cospetto di studiosi seri e competenti.