di
Nicola Pezzella
Molti
studiosi dell’Ordine del Tempio ed illustri storici dell’arte si sono
interrogati sul problema dell’esistenza o meno di una architettura dei Templari
con proprie caratteristiche riconoscibili.
Alcuni,
partendo dagli studi di Viollet-le-Duc, hanno associato troppo spesso la forma
ottagonale o circolare di alcuni edifici con le costruzioni templari, rapporto
viziato, come ha ben dimostrato Elie Lambert nel suo fondamentale saggio
sull’argomento, da errate attribuzioni all’ordine di alcune chiese di altra
origine aventi in comune solo la pianta centrale. Questa fu utilizzata prima,
durante e dopo il periodo della storia templare, sebbene naturalmente gli
esempi siano meno numerosi di quelli rappresentati, nell’architettura
cristiana, dalla croce greca o latina.
Un
dato incontrovertibile è però rappresentato dal moltiplicarsi degli edifici a
pianta centrale nel periodo in cui si accrescono i contatti tra l’Occidente e
il Medio Oriente: la riscoperta e la rifrequentazione dei santuari cristiani o
perlomeno di quelli che si riconoscevano tali, alcuni dei quali a pianta
centrale, sono all’origine di questa nuova "moda", che non coinvolge
naturalmente solo i Templari, ma altri ordini che avevano a che fare con la
Terrasanta, primi fra tutti i cosiddetti Giovanniti o Ospedalieri.
Non
mi è possibile, purtroppo, in questa sede, fare un quadro completo del fenomeno
delle chiese a pianta centrale dell’Ordine del Tempio, dato che si esulerebbe
dal tema principale di questa ricerca: infatti nella zona presa in esame, la
Francia centro-meridionale, la forma prescelta per le cappelle era quella
semplicissima di unica navata ad una o più absidi, che del resto è quella
caratteristica in tutta l’architettura templare.
A
volte l’eterogeneità dello stile di alcune costruzioni templari può essere
imputabile al fatto che queste non sono delle costruzioni templari "ab
antiquo", come quando l’ordine si insediava, grazie a donazioni, in
edifici già esistenti, adattandoli magari solo successivamente alle proprie
esigenze.
La
prima notizia ufficiale sulle motivazioni e sulla necessità delle costruzioni
del Tempio le abbiamo nella bolla di Innocenzo II, la "Omne datum optimum", emanata nel 1139, la quale
concedeva all’ordine di costruire oratori affinché i frati cavalieri potessero
ascoltare l’ufficio ed esservi seppelliti segregati dalla "turba dei
peccatori e frequentatori di donne": in realtà è possibile che la bolla
servisse a per sanzionare una consuetudine già consolidata da diversi anni. Nel
1141 con la bolla "Militia Dei"
del 1141, Innocenzo II ampliava le precedenti disposizioni, autorizzando il
Tempio a possedere proprie chiese e propri cimiteri, dato che ormai non solo i
frati dell’ordine ma anche i parrocchiani del circondario potevano assistere ai
riti divini nelle chiese templari.
Sia
chiaro che la ricerca presentata non vuole essere esustiva, dato che delle
quasi novemila commanderies che l’Ordine del Tempio possedeva in Occidente, la
Francia ne possiede ancora un numero notevole, ma riassume due viaggi di studio
in regioni ricche di insediamenti come la Provenza, la Borgogna e parte delle
regioni centrali quali lo Champagne fino ai confini con l’Ile de France, e
quindi ben rappresentative. In secondo luogo, tema della ricerca è quello
dell’architettura ecclesiastica e non ci soffermeremo ad indagare le pur
interessanti vestigia di castelli, torri ed altri edifici a destinazione
militare od ospedaliera a volte incontrate nell’itinerario in questione.
Un
ultima avvertenza: ho esaminato chiese la cui documentazione attestava l’antica
proprietà templare, dato che, purtroppo, molto spesso si è creata confusione
con il gemello Ordine di San Giovanni dell’Ospedale, a volte identificando
l’uno con l’altro e i loro stessi edifici.
Lungo
la costa provenzale si può vedere ancora qualche esempio di chiesa dalle linee
essenzialmente romaniche, con uno sviluppo verticale però abbastanza marcato;
la torre Saint Blaise a Hyeres, del XII secolo, la quale sarebbe l’abside
fortificata della commanderia templare e la cappella di Saint-Raphael, del XII
secolo, poggiante su uno sperone roccioso, ricordano che gli assalti pirateschi
in questi zone erano tutt’altro che infrequenti e quindi le costruzioni
potevano assumere degli accorgimenti utili in chiave difensiva (ad esempio la
torre che sovrasta una delle absidiole, l’apertura di feritoie, altrimenti poco
spiegabili in ambito ecclesiastico).
In
tutta la Provenza domina nettamente il tipo di chiesa romanica ad unica navata,
non molto alta, terminante in un piccolo abside semicircolare. Ogni chiesa era
correttamente orientata ad est ricevendo luce da una piccola monofora aperta
nell’abside: in particolare, alla costruzione dell’edificio, si seguiva
l’angolo di arrivo della luce, formato dall’est e l’asse del primo raggio di
sole, nel giorno di San Giovanni d’estate (San Giovanni Battista).
Un’unica
abside romanica semplice, priva di decorazioni, emerge dalla cinta muraria
della cittadella templare di Richerenches, nella regione del Vaucluse, di cui
rimangono oltre le mura di epoca giovannita, a fiianco della chiesa, imponenti
vestigia della cinta di epoca templare; e caratteristica di questa zona è anche
una cappella templare nei pressi di Villedieu (da non confondersi con l’importante
precettoria di Villedieu-les-Maurepas), sempre ad aula unica e terminante nel
consueto abside semicircolare. Fa eccezione, tra gli esempi da me considerati,
la cappella di Moissac-Bellevue, stranamente a due navate terrminanti in due
absidi di differente grandezza e caratteristica per la sua torre-campanile; di
solito il campanile non veniva quasi mai costruito nell’ambito degli
insediamenti templari mentre si preferiva il più modesto campaniletto a vela
oppure una piccola torretta addossata ad uno dei fianchi della facciata, che
ricordava il carattere anche militare dell’ordine.
La
cappella di Le Rou (Var) si presenta oggi in condizioni di conservazione
precarie, dato che si trova scoperchiata e invasa dalla vegetazione; presenta
le caratteristiche già citate: divisa in due campate, con un coro in emiciclo,
presenta la volta di quest’ultimo divisa a spicchi da costoloni, dove vi sono
ancora leggibili tracce di affreschi (due vescovi, l’incoronazione della
Vergine e la Trinità): vengono qui citati per il fatto che a tutt’oggi gli
affreschi di epoca templare sono piuttosto rari.
Nell’altopiano
del Larzac, nella regione del Rouergue (Aveyron), si trovano tre interessanti
esempi di cittadelle templari fortificate, in parte rimaneggiate da interventi
giovanniti del XV secolo, ma con notevoli tratti originari; si tratta dei
villaggi di Sainte Eulalie de Cernon, di La Couvertoirade e di La Cavalerie,
costruiti dai Templari (insediatesi grazie a donazioni del re d’Aragona) per
fronteggiare il pericoloso avanzamento degli "infedeli"
nell’entroterra: il carattere marcatamente militare avvicina questi insediamenti
a quelli delle province iberiche.
La
piazzaforte di Sainte Eulalie de Cernon, capitale templare del Larzac, ha la
chiesa del XII secolo. E' formata dalla solita aula unica, con l’abside
semicircolare: nel 1641, il priore giovannita Jean de Bernuy de Villeneuve fece
realizzare un portale proprio nell’abside, capovolgendo così l’orientamento
dell’edificio. L’interno è superbo, formato da un’unica navata formata da
quattro campate, scandite da archi doppi poggianti su sobri capitelli, con
soggetti abbastanza comuni anche in altri edifici: conchiglie, foglie
acquatiche, teste di bovini. Negli interventi di restauro sono emersi alcuni
particolari interessanti: tra le pietre della muratura si riscontrò che vi
erano inseriti piccoli vasi di terracotta, che probabilmente servivano per
scaricare il peso dei blocchi di pietra in determinanti punti ove ce ne fosse
bisogno: ma si è anche avanzata l’ipotesi che potessero avere la funzione di
piccole "casse di risonanza", le quali miglioravano l’acustica e in
un certo senso amplificavano le voci dei monaci durante il canto gregoriano. In
mancanza di ulteriori riscontri e comparazioni non ci addentriamo oltre.
La
chiesa di La Couvertoirade, costruita tra la fine del XIII secolo e gli inizi
del XIV, era situata nel castello: di forma rettangolare ad abside piatto, a
due campate, con copertura in stile ogivale primitivo, è di piccole dimensioni
(m. 3,20 x 5,00). All’incrocio dell’ogiva del coro la chiave di volta presenta
un fiore a sette petali.
La
chiesa di San Giacomo di Beaune (dove fu ricevuto Jacques de Molay) mostra
ancora le semplici linee romaniche, nonostante la mancanza del portale,
acquistato nel 1919 da ufficiali americani, appartenenti all’ordine esoterico
dei Cavalieri di Colombo e che oggi dovrebbe trovarsi al museo di Boston.
Spostandoci
però verso nord, le cappelle templari, da piccole e modeste, assumono l’aspetto
di slanciate costruzioni all’esterno contraffortate ed all’interno sostenute da
archi ogivali e volte a crociera: l’influsso "gotico" delle grandi
cattedrali del centro-nord aveva fatto sentire il proprio influsso fin dal XII
secolo.
In
gran parte della Borgogna, nello Champagne e nell’Ile de France, regioni prese
qui in esame, restano, per fortuna, splendidi esempi di precettorie rurali con
annessa chiesa. Sono le cosidette commanderies, una specie di fattoria, spesso
fortificata o racchiusa in un alto muro di cinta, dotata di tutti gli edifici
necessari alla sussistenza della comunità religiosa e laica che vi lavorava:
edifici conventuali, ospizio (nel senso medievale del termine), scuderie,
fienili, stalle, forni, peschiere, e così via. Il loro ruolo era essenzialmente
economico e giuridico, dato che attraverso il controllo e lo sfuttamento del
territorio, e l’allevamento, venivano vendute grandi quantità di derrate
alimentari indispensabili per finanziare la guerra in Terrasanta e nella
penisola iberica. Tra i vari edifici non mancava naturalmente la chiesa,
inizialmente un piccolo oratorio destinato ai frati ma poi destinato a
diventare una piccola cattedrale che serviva all’assistenza religiosa della
comunità di laici che viveva all’interno della precettoria e nei suoi paraggi.
Alla
soppressione dell’Ordine del Tempio queste maison agricole passarono nella
maggior parte dei casi all’Ordine di San Giovanni, altre a privati; in ogni
caso le soppressioni napoleoniche decretarono la fine della loro plurisecolare
attività. Alcune passate a privati, altre abbandonate e solo recentemente
riutilizzate dalle moderne aziende agricole, devono la loro conservazione
proprio a questa loro peculiare funzione attraverso i secoli. Gli edifici
ecclesiatici sono quasi tutti sconsacrati ed adibiti agli usi più disparati
(deposito di attrezzi agricoli, fienili, ecc.). Di solito la chiesa era
costruita a sud ed occupava uno degli angoli di un quadrilatero formato da una
cinta muria più meno alta.
Nel
sud della Borgogna, nella regione della Saone-et-Loire, troviamo tra Macon e
Tournous, la commanderie di Montebellet: la sua chiesa del XIII secolo,
intitolata a Santa Caterina, è imponente con i suoi contrafforti nella doppia
facciata e lungo i fianchi; l’unico elemento, se vogliamo,
"decorativo" è rappresentato dal finestrone polilobato (ma forse
posteriore) e dal portale.
La
commanderie di Saint Marca a Nuit-sous-Raviere, nello Yonne, ha una cappella
della fine del XII secolo, che presenta un bel portale con colonnine ed archi a
tutto sesto strombati; all’interno si affacciano già le volte ad ogiva, con
interessanti motivi simbolici all’incrocio delle stesse (molto interessante
quella con i quattro anelli incrociati tra loro). I costoloni si appoggiano a
mensole sostenute da telamoni e maschere simboliche. La chiesa era
probabilmente decorata in modo semplice con motivi che disegnavano finti
blocchi di pietra in colore rosso, che si ritrova abbastanza spesso nelle
cappelle templari, e prendeva luce dalla caratteristica triplet, triplice
finestra aperta nell’abside piatta.
La
chiesa di Saulce d’Island, nello Yonne (vicino Vezelay), unico edificio
superstite della commanderie, che possedeva la splendida Vergine templare ora
nella chiesa dei Giovanniti di Pontaubert, è una delle più belle cappelle
templari francesi, seppure ignorata a causa della sua posizione isolata e per
il fatto che essa risulta inaccessibile al visitatore, dato che è stata
trasformata in abitazione privata: a navata unica, è composta da tre imponenti
campate. Le crociere scaricano il loro peso su colonnette poggianti su cul de
lampe, quindi il peso delle volte grava tutto sui muri: ecco perchè, qui, come
altrove, sono necessari i robusti contrafforti esterni. Ad ogni campata è
aperto un finestrone ogivale, così come nella terminazione piatta e nella facciata.
Sul timpano del portale si trova uno dei più interessanti esempi di iconografia
templare: infatti ad adorare la Vergine col Bambino stanno inginocchiati due
cavalieri del Tempio in vesti monacali, con la caratteristica barba e la
cuffietta sulla testa. Come si diceva, non potendo visitare l’interno, non si è
potuto vedere gli interessanti capitelli, tra i quali uno darebbe addirittura
la prova dell’avvenuta scoperta dell’America da parte dei navigatori templari:
il personaggio in esso raffigurato sarebbe da identificarsi con un amerindo.
Nei
centri abitati le dimensioni delle chiese sono spesso inferiori; purtroppo
varie vicende storiche hanno portato alla modifica della maggioranza degli
insediamenti templari cittadini o allo loro completa cancellazione e gli esempi
di precettoria cittadina intatta a differenza di quella di campagna sono assai
più rari. Per vedere un esempio di chiesa di città, si può prendere in esame
quella di Chatillon-sur-Seine (Cote d’Or), perfetto rettangolo contraffortato
con un bel portale ornato di croce. Si trovava, come spesso avveniva per gli
insediamenti degli ordini monastico-militari, appena fuori della città, nei
pressi del fiume, a controllare così sia la via di terra che quella d’acqua.
La
commanderie di Epailly, a sud-ovest di Montigny, nella Cote d’Or, presenta una
notevole chiesa del XIII secolo, dall’ interessante portale con archi a forte
strombatura e da una triplet che, come avviene nelle chiese cistercensi, si
trova proprio nella stessa facciata.
La
regione della Cote d’Or è ricchissima di testimonianze del Tempio, insediamenti
quasi tutti un tempo dipendenti dall’importante precettoria di Bure; da
segnalare, fra questi, la chiesa di Menesble che si presenta incompiuta con la
sola navata destra e con interessanti capitelli romanici all’interno.
Bure-les-Templiers,
in stato di rovina a causa di un cercatore di tesori della fine del secolo
scorso che fece brillare con la dinamite la sala del Capitolo, mantiene intatta
la chiesa, con alcune decorazioni in sottotetto e nei portali, mentre i
finestroni sono probabilmente di epoca posteriore al Tempio.
Caratteristiche
molto simili hanno le tre chiese delle commanderie di Chevru, Saint
Martin-des-Champs e Trefols, che ben esemplificano il gotico di campagna della
regione parigina.
A
Chevru (Seine-et-Marne) la slanciata facciata della chiesa (dell’inizio del
XIII secolo) è fiancheggiata da una torre-campanile; la solita triplet, aperta
nell’abside piatto, rischiara l’edificio, con la finestra ogivale centrale più
alta rispetto alle altre. Ognuna delle quattro campate, inoltre, presenta la
sua finestra a nord e a sud.
A
Saint Martin-des-Champs troviamo le stesse caratteristiche: la chiesa, del
principio del XIII secolo, è dedicata alla Madonna, come la maggior parte delle
cappelle templari. L’interno presenta i costoloni degli archi ogivali che si
dipartono da culs-de-lampes decorati per lo più con motivi vegetali (foglie di
quercia o di alloro), con figure antropomorfiche che a volte possono ricordare
il presunto baffometto, e da teste di animali, tra le quali è riconoscibile
quella di un cinghiale. Come al solito ha una terminazione piatta con la
triplet, mentre in facciata vi è una lunga finestra ogivale.
La
chiesa di Trefols (Marne), fin dall’inizio dedicata a San Giovanni Battista, ha
l’abside a tre spigoli, che non si ritrova, come abbiamo visto, presso il
Tempio, e che tradisce probabilmente la sua tardiva ricostruzione da
attribuirsi all’inizio del XV secolo.
In
tutte queste chiese si trovano, quando sono conservate, le tre porte
tradizionali: quella per i laici, che è rappresentata dal portale centrale,
quella riservata ai monaci chiamata anche "porta dei cavalieri",
aperta in prossimità del coro e che spesso metteva in comunicazione l’area
conventuale dell’insediamento con la cappella, e infine quella del cimitero,
aperta di solito nella penultima campata dalla parte opposta della porta dei
cavalieri, che veniva usata in occasione delle cerimonie funebri.
Coulommiers
La
commanderie di Coulommiers è uno degli esempi meglio conservati dell’intera
Francia, anche se mura e torre ottagonale furono ricostruite in epoca
giovannita. Il "pezzo forte" della precettoria è rappresentato,
naturalmente, dalla cappella, dedicata a Sant’Anna, ricostruita nel 1205 dopo
che un incendio aveva distrutto la primitiva cappella del XII secolo:
rettangolare, orientata ed illuminata da una triplet, è formata da quattro
campate ornate da finestre ogivali. Le mensole da cui si dipartono i costoloni
sono scolpite a motivi fitomorfi, ai quattro angoli della chiesa vi sono invece
delle teste. Nella crociera della volta del coro, qui come in molte altre
chiese templari, si ritrova un bassorilievo con l’Agnus Dei. Di raro pregio
anche gli affreschi: l’Arcangelo Gabriele annunciante, vasi con fiordalisi e
San Giorgio che uccide il drago. Nella lunetta interna del portale un altro
esempio di iconografia cavalleresca: ai piedi della vegine stanno due
personaggi rappresentati nei due aspetti della vita dell’ordine, quella
militare e quella monacale; la critica è però propensa a datare gli affreschi
al XIV secolo, quindi quelli rappresentati sarebbero Giovanniti e non Templari.
Secondo
una fiorente letteratura, soprattutto francese, i Templari avrebbero finanziato
le grandi cattedrali gotiche, in cui avrebbero inserito i loro simboli e loro
insegne: è una affermazione del tutto falsa, non solo perché priva di ogni
sostegno documentario, ma in netto contrasto con la filosofia dell’ordine che,
eccettuate le precettorie di rappresentanza, per i propri edifici non investiva
alcuna mole imponente di denaro, non dava nessuna magnificenza alle chiese nè
con opere scultoree nè con quelle pittoriche. Semplicità e rigore nella regola
come nelle opere contraddistinguevano l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo,
tutto orientato in funzione di una religiosità vissuta intimamente e priva di
ogni riferimento alle tanto decantate cerimonie iniziatiche tirate in ballo dagli pseudo-studiosi templari.