Vito Ricci
Province e maestri provinciali templari nel Mezzogiorno italiano
Edizioni edit@
prefazione di Damien Carraz
Il
Mezzogiorno italiano vide una significativa presenza dell’Ordine templare dai
primi decenni successivi alla sua fondazione e sino allo scioglimento. In
quest’area geografica furono presenti due Province, unità
amministrativo-territoriali nelle quali era articolata l’organizzazione
dell’Ordine. Lo stanziamento templare nel Mezzogiorno era dettato da due
motivazioni principali: la possibilità di usufruire di porti per l’imbarco
verso la Terrasanta e la disponibilità di terre per produrre frumento e altri
prodotti necessari per i rifornimenti in Outremer. La
Puglia e la Sicilia rappresentavano il granaio per la Terrasanta e
senza le derrate alimentati qui prodotte le Crociate sarebbero state molto
difficili, se non proprio impossibili. Nel presente lavoro si prendono in esame
le due Province templari (quella di Apulia, che abbracciava l’interno Mezzogiorno
continentale e risultava essere quella di più antica fondazione, e la Sicilia)
e la loro evoluzione nel corso dei secoli XII-XIV. L’analisi principale verte
sui cavalieri che ricoprirono la carica di Maestri Provinciali, ufficiali a
capo delle Province, che si avvicendarono tra il 1169 (anno di prima
attestazione nei documenti di un Maestro) e il 1312 (anno della soppressione
dell’Ordine) con l’esame di tutte le attività da essi compiute che sono pervenute
nelle fonti, non solo documentali, ma anche materiali come ad esempio le lastre
tombali. Questo contributo vuole dare una sistemazione completa (per quanto
possibile) ed organica all’organizzazione amministrativa templare nell’Italia
meridionale, tentando di ricostruire la sequenza dei cavalieri che furono alla
guida delle Province di Sicilia e Apulia che
allo stato attuale delle ricerche mancava. Si è cercato di ripercorrere,
utilizzando anche fonti straniere, le carriere di tali frati all’interno dell’Ordine,
riscontrando come, almeno dalla metà del XIII secolo, ovvero da quando le fonti
sono più numerose, il loro cursus fosse caratterizzato da elementi comuni e
ricorrenti: l’aver prestato servizio in Terrasanta o l’essere persone di
fiducia del Maestro Generale. Una fonte particolarmente utile ai fini delle
ricerche è costituita dalle testimonianze rese dai frati durante i diversi
processi inquisitori.