23 giugno 2023

Il triangolo dei bermuda

 


Da qualche tempo giungono notizie di varie iniziative culturali riguardanti presunte presenze di Templari in alcune specifiche zone del Lazio, territorio nel quale si è venuto a creare un vero e proprio “triangolo magico”.

Sin qui nulla di strano, se non fosse stata diffusa una serie di inesattezze tali da suscitare l'indignazione di chi svolge autentiche ricerche storiche, basate su evidenze sostenute da riscontri documentali e non da suggestioni personali prive di fondamento. Ad acuire l'irritazione vi è, inoltre, il ruolo di cui si sarebbero appropriati, in maniera del tutto autoreferenziale, alcuni personaggi, assumendo l'insignificante quanto inesistente titolo di “esperto/studioso”.

L'aspetto singolare è che, in tutti i casi evidenziati, siffatta qualifica appare sostanzialmente correlata ad attività dilettantistico-ricreative e, dunque, non supportata da ricerche o pubblicazioni di livello; lacuna che, di fatto, non impedisce ai suddetti individui di intervenire in veste di specialisti su materie come la storia medievale in generale e quella templare in particolare, che richiedono invece anni e anni di studio ed esperienza. L'aver sfogliato qualche libretto divulgativo (i testi fondamentali sono ben altri) non concede il diritto di andare in giro a diffondere sciocchezze o, peggio, a piantare spade nelle campagne e a disegnare improbabili stemmi araldici. È infatti sufficiente leggere quanto scritto o proferito in occasione di tali iniziative, al netto di bibliografie e citazioni da film dell'orrore, per avere un'idea di quanto vi sarebbe piuttosto da imparare prima di presentarsi in pubblico a dispensare baggianate. E se poi entrano in scena pure le associazioni neotemplari, allora il pastrocchio è assicurato.

Tuttavia il biasimo non è da rivolgersi all'ingenuo uditorio, spesso propenso ad accogliere ogni fascinosa suggestione, ma a chi, a livello politico-amministrativo, promuove e sostiene manifestazioni apparentemente culturali che, data l'inesperienza dei partecipanti, finiscono inevitabilmente per scadere in farsa. La divulgazione riguardante temi storici, anche se a carattere popolare, richiede in ogni caso la più assoluta serietà, se non altro per il rispetto dovuto nei confronti di chi legge o ascolta. Ad esempio, giungere a conclusioni perentorie sulla scorta di immaginarie “simbologie templari” o vaneggiare di croci e sigilli, come rilevato in diverse circostanze, è totalmente fuorviante e gravemente scorretto, oltre a denotare una impreparazione e una incompetenza di base che devono essere necessariamente sottolineate e stigmatizzate. Senza considerare l'offesa recata alla memoria dei Cavalieri del Tempio.

Forse, anziché di “cammini”, sarebbe più opportuno parlare di “camini”, in cui dare alle fiamme la caterva di stupidaggini propinate da codesti “esperti/studiosi”, ai quali ci sentiamo di suggerire, tanto per incominciare, visto che hanno studiato poco e male, il reperimento e la consultazione di testi organici più idonei e qualificati.