25 aprile 2023

Templari e UFO, ovvero "quando la toppa è peggio del buco"



Lungi dal voler attribuire importanza a pubblicazioni che niente hanno a che fare con la Storia, riteniamo utile cogliere l'occasione per rivolgere ancora alcune osservazioni e qualche spassionato consiglio al gentile Autore (meglio conosciuto per alcuni libri sugli UFO) di cui al precedente post.

Quando si cita “La storia del Tempio” bisogna innanzitutto conoscerla, aspetto completamente assente nel testo in questione. Quanto alla storia “alternativa”, è sicuramente lecito non escluderne la possibilità, purché questa sia fondata su elementi veritieri o quantomeno su una fitta serie di indizi, talmente verosimili e concordanti da lasciare ipotizzare accadimenti non conosciuti.

Cosa significa, poi, “ortodossia cattedratica”? Francamente, ci sembra il solito riferimento fazioso, volto a difendere la divulgazione di tesi bislacche, lamentando immaginarie censure a castronerie e farneticazioni varie. Si portino dei documenti e si discuterà, eventualmente, della possibilità di visioni “alternative”, non certo proponendo simbologie fittizie o manufatti senza alcuna correlazione (quando non falsificati).

Il fatto che su alcuni aspetti leggendari dell'Ordine Templare siano stati dedicati libri, documentari, interviste, conferenze, non certifica in alcun modo l'esistenza di una successione storica diversa da quella conosciuta e documentata. E non è assolutamente vero che “la storia non si può tutta dimostrare”, perché nel momento in cui anche la versione “alternativa” trova il suo fondamento essa diventa Storia. Così come è indiscutibile che la stessa “spesso è intuizione, ragionamento, intreccio logico”. Solo che, nel caso in esame, l'intuizione risulta soppiantata dalla fantasia, il ragionamento dal vaneggiamento, l'intreccio logico dalla impreparazione e dalla incompetenza.

La “conoscenza della rotta atlantica verso le americhe precolombiane” è soltanto una delle innumerevoli baggianate dispensate sui Poveri Cavalieri di Cristo, ne esiste un lungo elenco, che grida tuttora vendetta; così come l'imbarazzante capitolo dedicato ai “viaggi” di San Francesco, perché qui non si tratta più di ipotesi, ancorchè suggestive, ma di vere e proprie allucinazioni.

Per concludere, non si vuole affatto negare la libertà di scrivere e pubblicare ciò che si desidera, anche che i Templari siano andati sulla Luna (magari con gli UFO del gentile Autore), così come non può essere negata, a chi ha la competenza sul tema, la facoltà di criticare opere che non hanno nulla a che vedere con la storia dell'Ordine del Tempio.

Ci dia retta il gentile Autore, lasci perdere Knight e Lomas e si compri un bel Demurger.


15 aprile 2023

Templari e pop-corn

 


Dispiace sempre bocciare il frutto di un lavoro personale, ma è doveroso distinguere le opere che rispettano in pieno i criteri metodologici basilari da quelle realizzate in maniera approssimativa. È questo il caso del recentissimo “Americhe Templari. Tracce nel nuovo mondo precolombiano”, di Osvaldo Carigi, uscito per “Intermedia Edizioni”.

Edificato su una “bibliografia” irrisoria e obiettivamente inqualificabile, sorretto da interviste a tratti surreali e finanche da citazioni di romanzi, non vi è un solo paragrafo di questo testo che non riporti errori grossolani e ricostruzioni arbitrarie destituite di fondamento, basate su interpretazioni afilologiche, quando non capziose. Sono tali e tanti gli strafalcioni e gli orrori riprodotti nel libro che sarebbe troppo lungo elencarli.

Ciò che emerge è una profonda “non-conoscenza” dell'Ordine Templare, della sua storia, della sua missione, delle sue regole e, soprattutto, della sua psicologia intrinseca, ignorando completamente tutti quei documenti che, al contrario, attestano realtà ben differenti da quelle “rivelate” nel volume. L'Autore ha, infatti, raccolto acriticamente (spesso condividendole) una serie di informazioni fuorvianti, tuttavia facilmente confutabili se muniti delle necessarie competenze in storia medievale e templare in particolare.

Giusto a titolo di esempio, i Templari non possedevano alcuna “flotta”. Conosciamo addirittura i nomi delle (poche) imbarcazioni di proprietà del Tempio, basterebbe infatti assumersi l'onere di consultare gli incartamenti disponibili, ma questo costa fatica ed è certamente più comodo andare a raccogliere stupidaggini su internet (le note con i link sono un insulto a quanti ricercano in maniera seria). Né tantomeno detenevano tale “flotta” nel porto de La Rochelle (città dove era comunque presente una commanderia), essendo ampiamente noto che gli imbarchi crociati dalla Francia avvenivano principalmente ad Aigues-Mortes.

Inoltre, i Templari non costruirono alcuna cattedrale, fandonia tra le più inverosimili. Se avessero davvero posseduto tutte le risorse in argento di cui si favoleggia le avrebbero riversate sulla Terra Santa, contribuendo in maniera determinante a sconfiggere il poderoso esercito di Saladino e, in seguito, anche quello mamelucco. Viceversa, tutti gli storici qualificati conoscono a fondo i resoconti sulle enormi difficoltà che i Templari dovettero affrontare per mantenere i loro contingenti militari.

Pensare di rintracciare e ricostruire eventuali presenze dell'Ordine sulla base di croci scolpite o dipinte non solo è scorretto ma è addirittura folle. Localizzare i Templari in Argentina, in Brasile, in Bolivia, paesi da cui sarebbero andati e venuti come se nulla fosse, come vaneggiano alcuni degli “esperti” all'uopo interpellati, è veramente fantascienza. Per non parlare del capitolo dedicato a San Francesco d'Assisi, al confine tra l'assurdo e il comico.

In sintesi, un libro che sarebbe da ritenere offensivo se non fosse così traboccante di castronerie e farneticazioni tali da suscitare naturale e sincera ilarità.