4 dicembre 2010

Ugo il Peccatore: Lettera ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme


Ugo il Peccatore ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme, la cui devozione li renda desiderosi di santificare se stessi vivendo una vita religiosa. Combattete e vincete, e riceverete la corona in Cristo Gesù Nostro Signore”.

Commento di Helen J. Nicholson

Data: probabilmente 1119-1135. L'identità dello scrittore è sconosciuta. Potrebbe essere il teologo Ugo di San Vittore, o potrebbe essere Ugo di Payns, primo maestro del Tempio, anche se la qualità del latino è ritenuta essere troppo povera per Ugo di San Vittore e troppo buona per un cavaliere come Ugo di Payns. Lo scrittore ha una buona conoscenza della Bibbia, che suggerisce una educazione nella Chiesa, ma si oppone anche all'idea tradizionale cristiana che l'unico modo per conquistare la salvezza è entrare in un monastero. Egli sostiene che la vita attiva è altrettanto gradita a Dio, come la vita contemplativa. Ciò suggerisce che l'autore è un cavaliere.

Lo scrittore inizia sollecitando i Templari a rimanere nella loro attuale vocazione. Citando testi biblici, egli spiega che la loro funzione è essenziale per la Cristianità, il "corpo di Cristo".
Egli continua a spiegare che il diavolo sta cercando di minare la loro vocazione, suggerendo che le loro motivazioni sono sbagliate. Egli giustifica la loro presa del bottino confrontandoli con i predicatori, che sono pagati per predicare il Vangelo.
Non essendo riuscito a minarli in questo modo, il diavolo tenta allora di convincerli che la loro vocazione ha un valore meno spirituale di altre vocazioni. Se vogliono progredire nella vita spirituale, essi dovrebbero partire ed unirsi a un ordine contemplativo, dice il diavolo.
L'autore fa notare che ciò che conta è il genere di vita che si conduce nell'ordine in cui si è già, non quale sia l'ordine in cui ci si trova.
Lo scrittore sostiene un caso convincente a sostegno della vita religiosa attiva, inusuale per questo periodo, quando la vita contemplativa (una vita di meditazione senza parole e preghiera silenziosa) era l'ideale cristiano.
Discutendo ancora contro la credenza comune, il nostro scrittore dichiara che il vero cristiano può trovare la calma e la pace necessarie nell'attività della vita.
I Templari non devono pensare che Dio non riconosca i loro sforzi, soltanto perché i Cristiani in Europa occidentale sembrano averli dimenticati.