20 febbraio 2021

Intervista a Nicholas Morton

 


Per tutti gli affezionati lettori di Tradizione Templare, abbiamo lʼonore di intervistare il Professor Nicholas Morton, docente del Dipartimento di Storia della Nottingham Trent University, rinomato specialista della storia delle Crociate e degli ordini religioso-militari.

Il dottor Morton è entrato a far parte della Nottingham Trent University nel 2009, dopo aver insegnato alla Queen Mary University, alla Royal Holloway University e alla Swansea University.


Professor Morton, iniziamo chiedendole quando e come è nato il suo interesse per gli ordini militari.

Sono sempre stato interessato al periodo medievale, da quando i miei genitori mi portavano, da bambino, a visitare castelli e cattedrali. Il mio interesse per gli ordini militari è venuto dopo. Allʼuniversità (Royal Holloway University) ho seguito diversi moduli sulla storia delle Crociate con il professor Jonathan Phillips, che sono stati assolutamente affascinanti e hanno davvero suscitato il mio interesse per lʼintera materia. Poi ho preso un MA con Jonathan Phillips, concentrato di nuovo sulle Crociate. In questa fase, il mio interesse era per lʼintero fenomeno delle Crociate, piuttosto che per gli ordini militari in particolare, ma nelle ultime fasi del mio MA il professor Jonathan Riley-Smith mi suggerì di condurre la mia ricerca di dottorato sui Cavalieri Teutonici. Questo ha poi segnato lʼinizio della mia ricerca sugli ordini militari. Ricordo che in questa prima fase della mia carriera accademica una questione per me centrale era la semplice questione di come i membri degli ordini militari potessero davvero pensare che lʼinsegnamento di Gesù fosse compatibile con una vocazione militare.

Che cosa vi è di così interessante nel Vicino Oriente al tempo delle Crociate?

Il Vicino Oriente al tempo delle Crociate era una regione straordinariamente vivace, che attirava popoli da tutta lʼEurasia e lʼAfrica. In così tante occasioni, comunità che spesso avevano poca conoscenza preliminare lʼuna dellʼaltra si sono trovate improvvisamente faccia a faccia. Si svolsero allora incontri sorprendenti mentre le persone coinvolte cercavano di dare un senso alle nuove esperienze e di confrontarsi con nuove idee e mentalità. Costoro diedero quindi origine a un ambiente immensamente complesso, determinato dallʼunione di così tante persone, idee, merci e tecnologie diverse. Il desiderio di comprendere questa complessità rappresenta sia la sfida a lungo termine che lʼispirazione per il mio lavoro di storico. Questo pensiero informa anche il mio approccio più ampio sia alle Crociate che alla storia dellʼintera regione. Sento fortemente che sia necessario comprendere i molti popoli diversi presenti nellʼarea - dagli armeni cilici ai turchi selgiuchidi, e dallʼimpero fatimide ai mercanti italiani - alle loro condizioni, per esplorare: la loro visione del mondo, la loro agenda, i loro valori etici e le credenze religiose. Ho scoperto che più riesco a capire gruppi molto diversi coinvolti nellʼarea durante questo periodo, più riesco a capire gli eventi in corso di questa era.

Per quale motivo i Templari attirano così tanto interesse?

I Templari rappresentano unʼintersezione tra i temi della guerra santa, il monachesimo militare, la devozione religiosa, la cavalleria cristiana e le accuse di pratiche occulte ed eretiche. Finché questi argomenti rimangono di interesse, i Templari troveranno un pubblico.

Quali sono, a suo parere, gli errori più frequenti a proposito dei Templari?

Ci sono così tanti errori che circondano i Templari, in particolare nei media moderni, che è difficile sapere da dove cominciare. A questo punto, penso che il più pernicioso di questi errori sia la convinzione diffusa tra i gruppi politici di estrema destra che i Templari medievali sostenessero lo stesso tipo di politiche e programmi dei loro. Questo è problematico su due livelli: in primo luogo i presunti valori “templari” che questi gruppi cercano di celebrare non sono degni di celebrazione; in secondo luogo le somiglianze tra i propri valori e quelli dei Templari non sono così grandi come vorrebbero credere, spesso sono contraddittorie.

Vi fu davvero una “eresia templare”?

Trovo molto difficile credere che i Templari avrebbero potuto lottare così duramente per difendere gli stati crociati, portandosi a un punto di bancarotta (tra la fine del XIII e lʼinizio del XIV secolo), se non credessero realmente nella fede per proteggere la quale faticarono così tanto. Quindi "no", non credo sia probabile che vi fosse un qualcosa come "unʼeresia templare".

Ritiene che ormai se ne sappia abbastanza sui Templari?

No, al momento sono in corso molte ricerche interessanti sui Templari e sugli ordini militari nel loro insieme. Cʼè del lavoro eccellente in atto: il loro ruolo nelle principali città della cristianità occidentale, i loro ruoli di proprietari terrieri, la loro spiritualità, lʼarchitettura/archeologia dei loro numerosi edifici (dalle chiese ai castelli), per citarne solo alcuni. Inoltre, è bello vedere la pubblicazione di diverse traduzioni di fonti primarie chiave, il che è ottimo per gli studenti (e spesso molto utile anche per accademici professionisti!).

A suo parere, quali aspetti della storia templare andrebbero maggiormente sviluppati?

Cʼè molto spazio per creare nuovi progetti su fonti templari relativamente sottoutilizzate, possibilmente cartulari, o forse documenti legali, così come resti archeologici. Ma penso che, come campo di ricerca, sia necessario un catalogo importante di tutte le proprietà dei Templari in tutte le loro zone di attività. Una mappa online interattiva o un inventario dettagliato, che raccolga tutte le informazioni note sulle proprietà dei Templari e ne mostri lo sviluppo nel tempo, sarebbe uno strumento di ricerca molto potente che consentirebbe ai ricercatori di identificare macro-modelli che potrebbero non essere visibili in studi più localizzati.

Sappiamo che lei è in contatto con alcuni studiosi italiani. Quali sono le sue impressioni sulla ricerca in Italia?

Ho sempre apprezzato molto le mie visite in Italia e ho avuto molte conversazioni meravigliose con studiosi italiani. Negli ultimi anni, gli storici italiani hanno condotto alcuni grandi lavori sullʼordine dei Templari, in particolare sotto forma di studi regionali o archeologici/architettonici. LʼItalia ha anche una vena così ricca di materiale dʼarchivio che sono certo costituirà la base per molti stimolanti progetti di ricerca di studiosi italiani negli anni a venire! Aggiungo inoltre che, in qualità di turista in visita a siti legati agli ordini militari, sono stato spesso colpito dalla cura posta nel restauro e dalla protezione di questi edifici storici e anche dalla disponibilità del personale.

Può anticiparci qualcosa sulle sue prossime ricerche?

Sì, ho appena pubblicato uno studio completo dal titolo “The Crusader States and their Neighbors: A Military History” con la Oxford University Press. Come suggerisce il nome, questo libro ripensa molte delle ipotesi esistenti che circondano la storia militare del Vicino Oriente durante il XII secolo, inclusa una rivalutazione generale delle ragioni del crollo degli Stati crociati nel 1187. Attualmente sono anche nella fase di completamento di un nuovo libro provvisoriamente intitolato “Arena of Empires”, che offre una storia multi-prospettiva del Vicino Oriente durante il tredicesimo secolo. Ogni capitolo vede lo svolgersi degli eventi di questa turbolenta era dalla prospettiva di una società/civiltà diversa tra cui: i Selgiuchidi dellʼAnatolia, gli Ayyubidi, i Mamelucchi, gli Stati Crociati, lʼImpero Bizantino, lʼArmenia Cilicia ecc. Speriamo che ciò sarà finito, realizzato e disponibile a breve!

Ringraziamo ancora il Professor Nicholas Morton per la gentile disponibilità.