Come tutti sanno, il 25 ottobre 2007 si è tenuta in Vaticano la presentazione di “Processus Contra Templarios”, celebrata opera editoriale frutto della collaborazione tra l’Archivio Segreto Vaticano e la casa editrice Scrinium. Inedita ed esclusiva edizione degli atti integrali del processo pontificio ai Cavalieri del Tempio, essa include pure l’ormai famosissima pergamena di Chinon, ovvero l'atto di assoluzione concessa dai cardinali plenipotenziari del Papa Clemente V ad alcuni dignitari templari, tra cui il Maestro Jacques de Molay.
L’avvenimento, seguito all’epoca da quasi tutti i giornali e le televisioni mondiali, venne immediatamente accolto ed interpretato quale immaginaria (quanto inesistente) riabilitazione dell’ordine templare.
La scriteriata teoria, messa in campo dai soliti incompetenti in materia, trova, per così dire, il suo “punto di forza” nel documento citato, proprio perché contenente l'assoluzione accordata allo stato maggiore dell'Ordine. Peccato, però, che a questi impreparati dilettanti permangano del tutto ignote le più elementari nozioni di Religione. Diversamente, avrebbero senz’altro distinto l’assoluzione religiosa, che è la sostanziale remissione (previa adeguata confessione) dei peccati commessi, dall’assoluzione giuridica, che consiste invece nel riconoscimento formale dell'acclarata estraneità ai fatti contestati.
Ma è molto probabile che il documento in questione lor signori non l’abbiano nemmeno letto, essendo attinente, in maniera inequivocabile, soltanto al primo dei due aspetti.
In nome di Dio amen. Noi per misericordia divina cardinali preti Berengario del titolo dei Santi Nereo e Achilleo, e Stefano del titolo di San Ciriaco in Termis, e Landolfo, cardinale diacono del titolo di Sant’Angelo, rendiamo noto a chiunque visionerà il presente e pubblico documento quanto segue: dopo che, recentemente, il Santissimo Padre e nostro signore Clemente, per Divina Provvidenza Sommo Pontefice della sacrosanta e universale Chiesa di Roma, a causa di quanto riportato dalla pubblica voce e dalla accesa denuncia dell’illustre re dei Franchi, e di prelati, duchi, conti, baroni e altri nobili e non nobili del medesimo regno di Francia fece istruire un’indagine contro alcuni frati, preti, cavalieri, precettori e sergenti dell’Ordine della Milizia del Tempio relativa a quei fatti che riguardano tanto i frati dell’ordine quanto la fede cattolica e lo stato dell’ordine medesimo, e per i quali fatti essi sono stati pubblicamente diffamati, lo stesso Pontefice, volendo e intendendo conoscere la pura, piena e integra verità sugli alti dignitari del detto ordine, cioè il frate Jacques de Molay, gran Maestro di tutto l’ordine dei Templari, e i frati Raymbaud de Caron, precettore d’Oltremare, e i precettori delle magioni templari Hugues de Pérraud in Francia, Geoffroy de Gonneville in Aquitania e Poitou, Geoffroy de Charny in Normandia, ordinò e incaricò noi, con mandato speciale ed impartito espressamente dall’oracolo della sua viva voce, affinchè, accompagnati da notai pubblici e testimoni degni di fede, ricercassimo con attenzione la verità nei confronti del gran Maestro e degli altri precettori sopra nominati interrogandoli rigorosamente uno ad uno.
Noi dunque, conformemente all’ordine e all’incarico che ci sono stati impartiti dal predetto nostro signore e Sommo Pontefice, abbiamo indagato sui menzionati gran Maestro e precettori, interrogando attentamente i medesimi sui fatti sopra esposti e, come segue qui appresso, abbiamo fatto scrivere dai notai che si sono segnati in calce, e in presenza dei testimoni sottoscritti, le cose dette dai medesimi templari e le loro confessioni, ordinando altresì che queste venissero redatte in pubblica forma e che fossero rese ancora più valide dalla garanzia dei nostri sigilli.
Nell’anno millesimo trecentesimo ottavo dalla nascita del Signore, nella sesta indizione, il giorno diciassettesimo del mese di agosto e nell’anno terzo del pontificato di nostro signore papa Clemente V, nel castello di Chinon, diocesi di Tours, il frate Raymbaud de Caron, cavaliere e precettore d’Oltremare dell’ordine dei Templari.....
.....E infine lo stesso frate Raymbaud, inginocchiatosi e giunte le mani chiese dinanzi a noi il perdono e la misericordia per i fatti rivelati; e poiché era lo stesso frate Raymbaud a chiedere queste cose, abiurò nelle nostre mani la ora rivelata e ogni altra eresia e, per la seconda volta, toccando il libro, giurò sui santi Vangeli di Dio che egli stesso avrebbe obbedito ai precetti della Chiesa e avrebbe tenuto, creduto e osservato la fede cattolica che la Santa Romana Chiesa tiene, osserva, predica e insegna e ordina che sia osservata dagli altri, e che sarebbe vissuto e morto da fedele cristiano. Dopo tale giuramento noi cardinali, in virtù dell’autorità specialmente concessaci dal papa in questo luogo, abbiamo impartito allo stesso frate Raymbaud, che umilmente la chiedeva, il beneficio dell’assoluzione dalla sentenza di scomunica nella quale, per le cose prima rivelate, era incorso, riammettendolo nell’unità della Chiesa e restituendolo alla comunione dei fedeli e ai sacramenti ecclesiastici.
Allo stesso modo, lo stesso giorno, nel modo e nella forma predetti, costituitosi di persona, in presenza di noi e degli stessi notai e testimoni, il frate Geoffroy de Charny, cavaliere, precettore delle magioni del Tempio in tutta la Normandia.....
.....Dopo ciò noi cardinali, secondo le modalità e le forme sopra scritte, ritenemmo che al medesimo frate Geoffroy, che nelle nostre mani abiurava quella appena rivelata e ogni altra eresia, e che giurava sui santi Vangeli di Dio richiedendo umilmente anche il beneficio dell’assoluzione per questi fatti, fosse da impartire il beneficio dell’assoluzione secondo le forme della Chiesa, riaccogliendolo nell’unità della Chiesa e restituendolo alla comunione dei fedeli e ai sacramenti ecclesiastici.
Allo stesso modo, lo stesso giorno, costituitosi di persona, in presenza di noi, dei notai e dei testimoni sottoscritti il frate Geoffroy de Gonneville.....
.....Dopo ciò noi cardinali, secondo le modalità e le forme sopra scritte, ritenemmo che al medesimo frate Geoffroy de Gonneville, che nelle nostre mani abiurava la ora rivelata e ogni altra eresia e che giurava sui santi Vangeli di Dio richiedendo umilmente anche il beneficio dell’assoluzione per questi fatti, fosse da impartire il beneficio dell’assoluzione secondo le forme della Chiesa, riaccogliendo egli stesso nell’unità della Chiesa e restituendolo alla comunione dei fedeli e ai sacramenti ecclesiastici.
Allo stesso modo, il giorno diciannove del corrente mese, costituitosi personalmente in presenza di noi e dei medesimi notai e testimoni Hugues de Pérraud, cavaliere, precettore delle magioni del Tempio in Francia.....
.....Dopo ciò noi cardinali, secondo le modalità e le forme sopra scritte, ritenemmo che al medesimo frate Hugues, che nelle nostre mani abiurava la ora rivelata e ogni altra eresia e che giurava sui santi Vangeli di Dio richiedendo umilmente anche il beneficio dell’assoluzione per questi fatti, fosse da impartire il beneficio dell’assoluzione secondo le forme della Chiesa, riaccogliendo egli stesso nell’unità della Chiesa e restituendolo alla comunione dei fedeli e ai sacramenti ecclesiastici.
Allo stesso modo, il venti del corrente mese, in presenza di noi e dei medesimi notai e testimoni, costituitosi di persona il frate Jacques de Molay, cavaliere e gran Maestro dell’Ordine del Tempio.....
.....Dopo ciò noi cardinali, secondo le modalità e le forme sopra scritte, ritenemmo che al medesimo frate Jacques, gran Maestro dell’ordine, che nelle nostre mani abiurava la ora rivelata e ogni altra eresia e che giurava sui santi Vangeli di Dio richiedendo umilmente anche il beneficio dell’assoluzione per questi fatti, fosse da impartire il beneficio dell’assoluzione secondo le forme della Chiesa, riaccogliendo egli stesso nell’unità della Chiesa e restituendolo alla comunione dei fedeli e ai sacramenti ecclesiastici.
Dalla lettura di questi stralci risulta evidente che tale assoluzione arrivò soltanto dopo la confessione di una serie di colpe e l'invocazione del perdono papale, seguite dal rinnovato voto di sottomissione alla Chiesa di Roma.
Quanto alla veridicità delle accuse mosse all’Ordine, in generale, e ad alcuni dei suoi esponenti, in particolare, è necessario rimandare la questione ad una più appropriata e distinta analisi. Noi siamo fermamente convinti che, nonostante l’indiscutibile presenza di alcune “mele marce”, l’Ordine fosse sostanzialmente sano.
Ma questa, come detto, è un’altra storia...