8 novembre 2008

I Templari secondo San Bernardo



Nel "De laude novae militiae", scritto tra gli anni 1132-1135, San Bernardo delinea la missione e lo spirito della nuova cavalleria, rappresentata dai Templari. Secondo l'abate di Chiaravalle, sarebbe meglio utilizzare sistemi diversi dalla spada onde evitare lo spargimento di sangue degli infedeli ma essi, purtroppo, minacciano la cristianità ed è quindi necessario impedire che la minaccia si traduca in realtà.


...I pagani non devono essere uccisi, se esiste un qualche altro modo in cui possa essere impedita la loro eccessiva aggressività e l'oppressione dei fedeli.

...Chi uccide un malfattore non è omicida ma malicida e vindice di Cristo contro coloro che compiono il male e sarà considerato difensore dei cristiani.


La Terrasanta è il luogo dove è nato il cristianesimo, dove Gesù ha predicato ed ha sofferto, per questo è inaccettabile lasciarla in mano agli infedeli. La guerra non è quindi una guerra di conquista, bensì una guerra di difesa dei Luoghi Santi. Ma chi può combattere per la difesa di essi? Non i cavalieri secolari, avidi di beni e di ricchezze materiali. I veri combattenti sono i Cavalieri del Tempio, animati dalla fede, privi di ogni interesse mondano. Poichè il mestiere delle armi non è stato proibito dal cristianesimo, i Templari sono quindi lecitamente religiosi e cavalieri di Cristo.


...Se usare la spada non fosse costume cristiano, per quale motivo l'araldo del Salvatore disse “chi mai sarebbe contento di fare il servizio militare a proprie spese”, e non piuttosto proibì ogni tipo di milizia?

...Se saranno beati coloro che muoiono nel Signore, non lo saranno molto di più coloro che moriranno per il Signore?

...Procedete quindi sicuri, soldati, e con animo intrepido colpite i nemici della croce di Cristo, certi che né la morte, né la vita vi possono separare dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, che sarà con voi in ogni pericolo mentre ripeterete: Sia che viviamo, sia che moriamo, noi siamo del Signore.

...Infine custodite sicuramente e fedelmente il lascito celeste, non presumete mai della vostra prudenza o fortezza, ma solo dell'aiuto di Dio, coscienti che l'uomo non trova la forza in se stesso, e perciò dite con il Profeta: Signore, mio sostegno, mio rifugio, mio liberatore, e poi: Custodirò la mia fortezza presso di te, perché tu Dio sei il mio difensore; mio Dio, la tua misericordia mi verrà in aiuto, e poi: Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dai gloria, affinché in ogni cosa sia benedetto colui che guida le vostri mani nel combattimento e le vostre dita nella battaglia.